TERAPIA PRP IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

ginocchio problema

ORTOPEDIA
Osteoartrosi e Tendinopatie, Osteoartrosi, Ginocchio, Spalla, Polso, Anca, Caviglia, Gomito, Tendinopatie croniche, Epicondilite, Epitrocleite, Cuffia dei rotatori, Tendinite rotulea e achillea, Gonartrosi, Coxartrosi, Rizoatrosi

I fattori di crescita di derivazione piastrinica (PRP) vengono utilizzati in alcune specifiche patologie dell’apparato muscolo scheletrico al fine di accelerare il naturale processo di guarigione e di favorire la rigenerazione tessutale.

La terapia infiltrativa con gel piastrinico (contenente i fattori di crescita) abbinata ad adeguati esercizi riabilitativi è particolarmente indicata negli sportivi e nei pazienti, anche non sportivi, con patologie articolari, tendinee e muscolari (ad esempio artrosi, tendinopatie, strappi.).

Generalmente i migliori risultati si ottengono nei pazienti al dì sotto dei 50 anni. La tecnica è semplice e poco invasiva e consiste nell’infiltrazione del gel piastrinico autologo, contenente i fattori di crescita, direttamente all’interno delle articolazioni o in tendini, muscoli e legamenti. Il gel piastrinico autologo si ottiene attraverso la centrifugazione del sangue venoso periferico ottenuto mediante un semplice prelievo di 20 o 60 cc di sangue dal paziente stesso.

Cosa sono i fattori di crescita di derivazione piastrinica?
I fattori di crescita sono sostanze rilasciate dalle piastrine in grado di influenzare significativamente il processo di riparazione dei tessuti muscolo-scheletrici. Questi fattori promuovono i processi di guarigione attraverso il richiamo al sito di lesione di cellule immunitarie e di cellule progenitrici che vengono stimolate alla rigenerazione del tessuto. Inoltre stimolano le cellule del tessuto danneggiato alla sintesi delle proteine necessarie al processo ripartivo. I principali fattori di crescita sono: bFGF (basic fibroblastic growth factor), PDGF (platelet-derived growth factor), IGF (insuline-like growth factor), EGF (epidermal growth factor), VEGF (vascular endothelial growth factor), TGF-ß (transforming growth factor-beta).
Obiettivi del trattamento
L’obiettivo del trattamento con gel piastrinico è quello di stimolare e/o velocizzare la guarigione dei tessuti connettivi come cartilagine, tendine e muscolo favorendo, nel contempo, la riduzione del dolore, l’incremento funzionale e la formazione di tessuto ripartivo più fisiologico.

Indicazioni:
Lesioni muscolari di 2-3° grado

  • Lesioni tendinee e legamentose (spalla, ginocchio, caviglia)

  • Tendinopatie croniche (epicondilite, epitrocleite, tendinopatia della cuffia dei rotatori, tendinite rotulea, tendinite achillea, tendinopatia del tibiale posteriore..)

  • Lesioni della cartilagine (spalla, gomito, polso, anca, ginocchio, caviglia)

Controindicazioni
Il trattamento è controindicato in caso di neoplasie sistemiche e patologie infettive in fase acuta. Ci si deve astenere dal trattamento anche in caso di piastrinopenia ed in caso di flogosi acuta articolare, fino a che questa non si è risolta.

Effetti collaterali
Generalmente poco frequenti, può occasionalmente manifestarsi (nelle prime 24-48 ore) transitorio incremento del dolore ed infiammazione facilmente trattabili con crioterapia (borsa del ghiaccio per 15 minuti, 2-3 volte al dì) ed un blando analgesico (paracetamolo).

TRAUMATOLOGIA
Lesioni muscolari tendinee e legamentose, Lesioni muscolari, Lesioni tendinee, Lesioni legamentose

TRATTAMENTO CON INFILTRAZIONE DI CONCENTRATO PIASTRINICO

Il PRP applicato nella sede di lesione fornisce quantità notevolmente superiori di questi mediatori con lo scopo di facilitare ed accelerare i processi di guarigione, aumentando, anche, la vascolarizzazione locale tramite la stimolazione della formazione di nuovi vasi.
L’obiettivo della terapia infiltrativa con PRP è quello di ridurre o eliminare il dolore e l’infiammazione, recuperare la limitazione funzionale e ridurre la necessità di intervenire chirurgicamente.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Le indicazioni terapeutiche sono numerose. Eseguiamo il trattamento con PRP per:
Patologie tendinee croniche: tendinopatia achillea, tendinopatia rotulea, fascite plantare, tendinopatie di spalla, epicondilite, epitrocleite, tendinopatia ischiatica, patologie intrarticolari: gonartrosi, coxartrosi, rizoatrosi.

TERAPIA PRP PER LESIONI MUSCOLARI
TECNICA INFILTRATIVA

Nelle patologie tendinee l’infiltrazione viene effettuata sotto guida ecografica e prevede 1 o 2 punture nel sito di lesione, con depositi multipli, per cui l’ago rimane in sede effettuando piccoli spostamenti per raggiungere diversi punti dell’area di lesione. L’infiltrazione viene eseguita senza anestesia. Il trattamento è di solito ben tollerato, anche se generalmente doloroso. Al termine, l’area sede di infiltrazione viene medicata e si appone un bendaggio compressivo che il paziente potrà rimuovere la sera stessa. Il trattamento è compatibile con tutte le attività di vita quotidiane svolte prima di effettuare l’infiltrazione, per cui è possibile camminare, guidare senza necessità di assistenza, senza sovraccaricare il distretto interessato. Si raccomanda di evitare l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per almeno 5 giorni prima e 3 giorni dopo l’infiltrazione a causa della loro possibile interferenza con il meccanismo di attivazione delle piastrine. Paracetamolo e applicazione di ghiaccio sono consigliati qualora il dolore della patologia di base lo richiedesse.

EFFETTI COLLATERALI

Il PRP è prodotto da sangue autologo, cioè da sangue prelevato dallo stesso paziente che lo riceve e per tale ragione è considerato sicuro e biocompatibile. Si annulla, infatti, il rischio di trasmissione di patologie infettive e di reazioni del sistema immunitario. Dopo l’infiltrazione, nella zona trattata, potrebbero presentarsi i disturbi caratteristici di qualsiasi infiltrazione, in relazione anche al volume del concentrato piastrinico introdotto, per cui si consiglia di limitare l’attività funzionale per le 24/48 successive e applicazione di ghiaccio locale. È stato ipotizzato un possibile effetto cancerogeno sulla base della capacità dei fattori di crescita di stimolare la proliferazione e il differenziamento cellulare, ma tale ipotesi non è stata, tuttora, dimostrata da nessuno studio scientifico.